La sei giornate del Festival dei diritti umani a Lugano si è conclusa domenica 14 ottobre, a Villa Castagnola, con una conferenza stampa di Laura Boldrini, già Presidente della Camera dei Deputati in Italia e da sempre attiva per i diritti di donne, minori, migranti. Dopo un breve elogio alla stampa svizzera – «che ha un particolare occhio di riguardo nei confronti della politica estera» a differenza di quella italiana in cui «c’è poco spazio e poca riflessione» – Boldrini si è espressa a tutto campo sulle tematiche più scottanti e controverse che l’hanno vista anche protagonista della politica italiana. Da Donald Trump a Matteo Salvini, dall’aborto ai migranti, dall’odio sui social ai “diritti delle donne”. «Il diritto d’asilo», spiega Laura Boldrini, «è un diritto fondativo, presente su tutte le carte e che hanno dato la direzione dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale».
Nella sua vita la Deputata si è occupata dell’uguaglianza tra uomini e donne: «un elemento che in Italia è ancora un tabù». «Ho lavorato venticinque anni alle Nazioni Unite, di cui quindici all’Alto commissariato per i rifugiati, fino al 2012, quando decisi di accettare la proposta di candidarmi alle elezioni politiche come indipendente». «Pensavo fosse arrivato il momento di mettere a disposizione del mio paese la mia ormai lunga esperienza». Esperienza delegittimata da deplorevoli gli attacchi da parte di alcune zone deviate del web degli haters. Boldrini parla «delle bufale, dei tentativi di delegittimazione, delle minacce di morte, dei proiettili via posta, delle minacce a mia figlia». Dice di essere a favore di «una battaglia contro l’odio, l’odio che ci sta divorando». Denuncia gli haters («spendo molto tempo in tribunale») che, raggiunti al telefono di casa, avevano paura di parlare.
«Alcuni mandavano la moglie o la madre a rispondere. Non avevano il coraggio di spiegarmi perché avevano scritto degli insulti contro di me sui social media». Chiusura poi sui diritti umani. «Credo nel valore dei diritti, perché sono fondamentali per l’umanità. Non si negozia su questo ed ecco perché ho deciso di portare avanti la mia battaglia anche da Presidente della Camera». E i diritti umani oggi? «Sono considerati quisquiglie, ma sono l’architrave della democrazia. Svalutare il senso della difesa dei diritti umani vuol dire tornare a trattamenti inumani». E poi l’affondo finale, energico, a voce alta. «I diritti non sono per sempre! La Storia ce lo insegna! La democrazia non è per sempre! I giovani devono capirlo. Bisogna far capir loro che se non si mobilitano a difesa dei valori fondativi delle nostre democrazie, quello che abbiamo davanti è il baratro».
Amedeo Gasparini
(Pubblicato su L’universo)