Nel mondo orwelliano di Xi

In Cina si è susseguito un processo di Perestroika, ma non di Glasnost. Il Dragone ha progressivamente avviato un processo di ristrutturazione più economica che sociale. Tuttavia, dal profilo della trasparenza i passi da compiere sono ancora molti. Il Partito Comunista Cinese impedisce la totale apertura dei canali comunicativi e di semplificazione burocratica che svelerebbero i segreti reconditi del Partito-Stato. Ovvero, un mondo orwelliano fatto di corruzione. Le dittature non sono emendabili: quella sulla trasparenza è una rivoluzione che per il momento la repubblica popolare non ha intenzione di compiere. Xi Jinping sa bene che tentare di aprire alla trasparenza potrebbe provocare il collasso del sistema cinese. Questo, molto più ricco e interdipendente nel mondo globale rispetto all’isolata e povera Unione Sovietica del tempo. La trasparenza non è desiderabile al vertice del PCC, che preferisce sorvegliare e controllare.

Sono allarmanti e lesivi i sistemi cinesi in questo campo: non che in Occidente non ce ne siano o che le intelligence non controllino scrupolosamente la vita (social) degli individui. Tuttavia, la capillarità del controllo di Pechino è notevole. A tratti spaventosa. Guido Santevecchi (Corriere della Sera, 2 dicembre 2019) ha spiegato che «il sistema di riconoscimento facciale […] è così perfezionato che ora si identifica il 98,1 per cento dei volti in otto decimi di secondo». La Cina investe molto sull’intelligenza artificiale del suo mondo orwelliano. Essa consente, tra le altre cose, ordine sociale, controllo top-down dello Stato, manipolazione degli interessi individuali. Inoltre, da tempo in Cina è stato avviato un sistema – SCS, Social Credit Score – che prevede l’assegnazione di un punteggio in base al comportamento degli individui. Basato su regole fisse, se il cittadino si comporta “bene” e rispetta le norme del Partito-Stato, guadagnerà dei punti.

In Cina, la «concezione della vita come fosse un gioco elettronico viene usata a scopi politici», ha spiegato Ivan Krastev (L’impero diviso). «Piuttosto che chiedere direttamente ai cittadini cosa vogliono, tramite elezioni o in un sondaggio, l’intelligenza artificiale diventa funzionale a stabilire con un calcolo probabilistico cosa la popolazione chiederà». La Cina centralizza le informazioni, volti, abitudini, manie, dipendenze e sentimenti delle persone. Cosa che la aiuta a controllare i cittadini, contribuendo a pilotare i loro desideri e abitudini secondo gli interessi del partito. A Pechino interessa un nuovo ordine cybernetico: è quello il sistema per guadagnare l’egemonia economica e politica. Per George Orwell, negli anni Quaranta, tutto questo era fantasia, distopia; oggi è realtà.

Amedeo Gasparini

(Pubblicato su L’universo)

Pubblicato da Amedeo Gasparini

Amedeo Gasparini, class 1997, freelance journalist, managing “Blackstar”, amedeogasparini.com. MA in “International Relations” (Univerzita Karlova, Prague – Czech Republic); BSc in “Science of Communication” (Università della Svizzera Italiana, Lugano – Switzerland)

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