Giorgio Bassani è il protagonista dell’ottavo incontro di RSI-Rete Due e curato dall’Istituto degli Studi Filosofici di Lugano nell’ambito del ciclo “Archivi del Novecento”, che si rinnova da febbraio a maggio ogni mercoledì, alle 18:00 presso l’Università della Svizzera Italiana in una serie di conferenze dedicati a grandi autori italiani. A raccontare l’autore de Il giardino dei Finzi-Contini è intervenuto ieri sera Gianni Venturi, professore all’Università di Firenze. «I soggetti dei miei libri non vado a cercarli», spiega Bassani a Vittorio Sereni nei filmati del repertorio della RSI. «Ci vuole un’intuizione formale per scrivere un libro. Un’intuizione del tutto disinteressata. Non posso inventare: sono i fatti della vita che mi colpiscono sempre», spiegava l’autore in occasione dell’uscita del romanzo L’airone, nel 1968, vincitore del Campiello.
Nato nel 1916 da una famiglia ebraica, Giorgio Bassani trascorse l’infanzia a Ferrara, città a cui è sempre stato legato. Spiega Venturi: «A Ferrara tutti si conoscono: mia mamma andava a scuola con Giorgio». Se si vuole capire Bassani, bisogna capire Ferrara, «una città di cento meraviglie. E di cento schifezze», conferma Venturi. «Gli agrari ferraresi furono i primi che finanziano la marcia su Roma». Una volta instaurato il regime di Benito Mussolini, la città venne governata da Italo Balbo. Nel frattampo, Bassani si laureò a Bologna, ma con le leggi razziali del 1938 gli ebrei furono cacciati dagli atenei. «Dopo la guerra tutto tornò uguale a Ferrara», spiega Venturi. Tornò anche il cugino di Bassani, che aveva lavorato con Primo Levi nelle fabbriche di gomma sintetica ad Auschwitz.
Membro della Resistenza, negli anni Quaranta si trasferì a Roma, dove trascorse gran parte della vita. Amico di Bernardo Bertolucci, Aldo Palazzeschi e Pier Paolo Pasolini, vinse lo Strega nel 1956 per le Cinque storie ferraresi. Vicino ai repubblicani di Ugo La Malfa, raggiuse la fama nazionale come divulgatore letterario di Carlo Cassola e Mario Soldati. Fu poi alla direzione editoriale di Feltrinelli. Di lunga data la collaborazione al Corriere della Sera. Saggista, sceneggiatore, direttore della RAI dal 1964 al 1966. Non da ultimo, uomo affascinante: un grande «tombeur des femmes, suadente, bello», ma squattrinato, dice Venturi. Alle ammiratrici regalava i suoi scritti, oltre che forti emozioni per la sua «voce erotica». Al grande pubblico, Bassani ha lasciato la sua lunga prosa, culminata nella grande raccolta dedicata alla sua città: Il romanzo di Ferrara.
Amedeo Gasparini
(Pubblicato su L’Osservatore)