Il collettivismo è dottrina che sostiene che l’essere umano non esiste come individuo. Secondo il collettivismo, egli si trova all’interno di gruppi o etichette etiche, religiose, razziali, ed è elevato o degradato in quanto appartenente a quel gruppo, non secondo la propria individualità. Il collettivismo è trasversale ed è tipico del socialismo di destra (fascismo, socialismo di bastone) e di sinistra (comunismo, socialismo di toga). Sta quindi alla base dei totalitarismi e degli autoritarismi di tutti i colori. Va da sé che il grande avversario del collettivismo è l’individualismo. A livello politico, dunque, questa antitesi viene spostata sul campo socialista e il campo liberale. Da una parte, la tendenza collettivista del socialismo (ricchi contro poveri, bianchi contro neri, destra contro sinistra, padrone contro proletario). Dall’altra la tendenza individualista del liberalismo, dove l’essere umano è giudicato in relazione alla sua individualità e non appartenenza, classe, gruppo, etnia.
Ayn Rand (programma radio “Night Call”, 1969) ha definito il collettivismo come «l’idea che l’individuo non ha diritti, che una collettività […] abbia tutti i diritti e possa disporre di ogni individuo a suo piacimento e che il suo potere sull’individuo sia illimitato». La filosofa ha spiegato che «di fronte all’idea di un’azione collettiva da intraprendere da parte di una società, ci si dovrebbe chiedere chi è indifferente e quali individui dovranno soffrire affinché altri individui possano evitare di essere “indifferenti”. […] Non c’è nulla di male nell’aiutare gli altri, purché non lo si consideri mai un dovere morale. […] Nessuno dovrebbe considerarsi un animale sacrificale» (programma radio, “Ayn Rand on Campus”, 1962). Visto che ogni totalitarismo poggia sul metodo collettivista, ogni tipo di collettivismo si antepone al liberalismo e all’individualismo.
Il nemico del nazismo non è il comunismo, bensì il liberalismo. E viceversa, il nemico del comunismo non è il nazismo, ma il liberalismo. Rand ha fatto un collegamento tra collettivismo e altruismo. «L’altruismo sostiene che l’uomo non ha il diritto di esistere per sé stesso, che il servizio agli altri è l’unica giustificazione morale della sua esistenza». In una lecture a Boston nel 1967 aggiunse: «Non credo che le persone debbano preoccuparsi principalmente degli altri. Ogni uomo dovrebbe preoccuparsi di sé stesso e del suo sviluppo nel tipo di essere umano adatto a vivere in una società con gli altri […]. Aiutare gli altri non dovrebbe essere l’obiettivo della sua vita». Rand vedeva il collegamento tra totalitarismo e collettivismo in chiave polemica: per lei lo Stato totalitario suppliva agli istinti individualisti dei singoli.
Lo Stato che Rand contestava era quello Stato-genitore che guida l’individuo in tutto e per tutto e che non gli lascia la libertà di scegliere. Il totalitarismo, naturale conseguenza del collettivismo e dunque anch’esso nemico del liberalismo, poggia sulla base altruistica di Rand. La parola totalitarismo venne coniata da Giovanni Gentile. Al filosofo stava a cuore il concetto di totalità e lo Stato doveva dunque essere interpretato come un organo inclusivo di unità che trascendeva dalle vite individuali, una sorta di ordine superiore e totale, dunque, collettivista. Hannah Arendt (Le origini del totalitarismo) ha invece spiegato che «Il totalitarismo ha scoperto i mezzi di dominio e terrorizza l’azione degli esseri umani dal di dentro». Il totalitarismo regge solo se il controllo dello Stato sull’individuo è totale. Lo Stato nazista e quello fascista, ma anche quello comunista, cancellavano e annientavano l’individuo a favore di una lealtà totale a livello psicologico.
Creavano quindi la base per la dominazione totale dell’individuo e al contempo il suo isolamento dalla realtà. Il totalitarismo, stadio supremo del collettivismo, riformula il concetto stesso di essere umano. Proteggere iI liberalismo, lo Stato liberale e il liberalismo è la migliore cura per prevenire l’avvento del totalitarismo, dunque del collettivismo. Il contrario di totalitarismo (di destra o di sinistra, ma pur sempre collettivista) è il liberalismo (basato sui diritti e l’individuo). Dunque, la battaglia ideologica o l’alternativa politica, non è tanto tra destra o sinistra, ma tra liberalismo e socialismo, tra individualismo e collettivismo. Il primo è basato sulla società libera, l’ordine spontaneo. Il secondo sulla società chiusa, l’ordine imposto. Laddove il liberalismo promuove la decentralizzazione, il diritto naturale e la libera informazione, il socialismo collettivista prevede centralizzazione, leggi arbitrarie e propaganda di regime. Il collettivismo non è una dottrina umanista.
Amedeo Gasparini
(Pubblicato su AlterThink)