Moneta e popolo: quale sovranismo?

Quando mai il popolo ha smesso di esserlo nella recente storia di gran parte dei paesi occidentali? Per l’orgoglio demagogico-sovranista e semplificatorio non è importante rispondere a questa domanda. Secondo costoro, il popolo “ha perso sovranità” e il principale responsabile di questo è l’Unione Europea. Contestabile, a tratti non efficiente e non solidale, burocratica e disattenta, l’UE è un insieme di Stati, che conservano quasi pienamente la loro sovranità effettiva, che consciamente e volontariamente hanno delegato in parte ad un’entità superiore. Cosa rende uno Stato “sovrano”? Essenzialmente, se questo Stato: può giudicare chi compie reati secondo un sistema giudiziario autonomo e indipendente; chiamare i cittadini alla leva militare; tassare la propria popolazione; battere moneta. La polemica politica degli ultimi anni si è focalizzata in particolar modo sulla moneta, l’Euro, capro espiatorio di tutti i mali del continente.

La retorica demagogica di molti partiti politici impone la versione per cui la sovranità monetaria sia stata persa con l’ingresso nell’Euro. Si ricordi che questa è già stata “perduta” quando Tesoro e Banca Centrale si sono separati – in Italia, ad esempio, nel 1981. Non avendo più a disposizione l’uso della Banca Centrale come stampante di banconote, la classe politica ha dovuto aprire i cordoni della borsa della spesa pubblica, usata in maniera smodata ed inefficiente. Chi si lamenta a proposito di una sovranità monetaria perduta è perché vorrebbe accendere autonomamente e senza freni la stampante delle banconote. La costituzione di organi indipendenti e la frammentazione dei poteri è essenziale per la democrazia e quindi “per il popolo”. Un’economia che corre, lascia inevitabilmente indietro qualcuno – complice anche la globalizzazione.

E quel qualcuno diventa o si fa vittima seconda dei casi del demagogo di turno che potrà sempre illuderlo, appagarlo con parole vuote, cangianti secondo il nemico di riferimento e il clima politico del momento. Nella retorica populistica che gratta il ventre allo scontento, la colpa è sempre “degli altri”. Dall’Europa alla Ragioneria di Stato, dalle ONG ai mercati, dalle banche ai media, dalla Costituzione ai partiti. Ebbene, chi fa uso della demagogia fa finta di non ricordare che in Europa c’è, ad esempio, un Parlamento. Un Parlamento “sovrano”, composto dagli eletti dei cittadini degli Stati membri. Quale sovranità perduta? A Strasburgo i parlamentari sono forti del mandato popolare. Troppo spesso si parla di sovranità perduta (monetaria e “nazionale”), quando questa è stata semplicemente e volontariamente limitata. Davvero sarebbe meglio un ritorno alle frontiere, alla moneta nazionale e all’abuso di alcuni membri della classe politica della stampante della moneta?

Amedeo Gasparini

(Pubblicato su L’Osservatore)

Pubblicato da Amedeo Gasparini

Amedeo Gasparini, class 1997, freelance journalist, managing “Blackstar”, amedeogasparini.com. MA in “International Relations” (Univerzita Karlova, Prague – Czech Republic); BSc in “Science of Communication” (Università della Svizzera Italiana, Lugano – Switzerland)

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