La carta costa: il futuro del giornale

Sono sempre più rari i lettori del giornale cartaceo, ma lo zoccolo duro di chi compra quel grande foglio grigio e volentieri s’inzacchera le dita d’inchiostro, è quasi un pubblico di anziani, legato all’analogico, alla staticità del giornale ricavato dagli alberi. Da quel fascicoletto con tanti colori che costa di anno in anno qualche centesimo di più, si traevano tutte le notizie per essere un cittadino a tutto tondo: informato e preparato. Un tempo si leggeva il giornale. Sono lontani i momenti in cui il borghesotto sul tram spalancava il giornale come fossero ali di cormorano, davanti ai suoi occhi curiosi. Quella tela in bianco e nero che necessitava l’eccessiva apertura degli avambracci, disturbando i passeggeri a destra e a sinistra.

«La carta costa», per riprendere la famosa frase del conduttore radiofonico Alessandro Milan. Il piacere del foglio quotidiano – in dimensioni sempre più ridotte per motivi di costi – è un lusso che sta ritornando ad essere elitario. Non perché il prezzo non sia abbordabile – incredibile pensare che il Corriere della Sera domenicale, da oltre sessanta pagine, costi un Euro e cinquanta centesimi – ma perché sono cambiati i costumi e le abitudini dei lettori, frequentatori di Facebook e altri social media. Interessante il caso del giornale fiorito. Interessante a questo proposito quello che è emerso recentemente in Giappone.

Per sensibilizzare la popolazione giapponese, la filiera dei giornali cartacei ha ideato un giornale ecosostenibile. Letto e “consumato” dal lettore può essere deposto nel terreno e dare vita ad erba o fiori. La carta del “giornale fiorito” è fatta di materiali naturali: carta ovviamente riciclata a cui vengono aggiunti dei semi per la fioritura. Si tratta di un progetto non ancora espanso su larga scala. Insomma, per parafrasare il poeta, dai diamanti non nasce niente, dal giornale nascono i fiori. In un futuro ideale sentiremo le mogli chiedere al marito: «Caro, vai a piantare il Corriere della Melanzana nel nostro orticello!» Sembra fantascienza, ma il futuro non aspetta nessuno. E l’ecologia è uno dei presupposti per assicurarsene uno migliore.

Amedeo Gasparini

(Pubblicato su L’universo)

Pubblicato da Amedeo Gasparini

Amedeo Gasparini, class 1997, freelance journalist, managing “Blackstar”, amedeogasparini.com. MA in “International Relations” (Univerzita Karlova, Prague – Czech Republic); BSc in “Science of Communication” (Università della Svizzera Italiana, Lugano – Switzerland)

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