AIL: ancora sulla strada per un futuro al risparmio

«Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare», disse Andy Warhol. Chi non ha in mente le sue scatole di pomodori Campbell’s, dipinte in trentadue esemplari su tela cinquanta per quaranta centimetri? Quei pomodori che oggi tutti vogliono più bio, più green, più eco-friendly. Sì, perché il “bio” è diventato una mania, legata a doppio filo alla sostenibilità. E quando si parla di sostenibilità e energia in Ticino viene in mente immediatamente il colosso siglato in lettere nere. AIL (Aziende Industriali di Lugano, distributore ticinese di acqua, luce e gas) è a contatto col territorio rosso e blu da anni. Operante dal Monteceneri sino a Chiasso, ha investito molto nell’energia rinnovabile. AIL deve stare anche attenta alle perdite dei tre elementi che fornisce.

È un attimo una fuga di gas, o la rottura di un tubo dell’acqua. Mantenere un colosso del genere sparpagliato in metà del Cantone ha i suoi costi. Nonostante questo, nei suoi tentativi sostenibilità, l’azienda continua ad aumentare la produzione energetica, anche con impianti fotovoltaici. Importanti anche gli investimenti che AIL opera ogni anno per nuovi impianti. Costosi e ingombranti e quindi con costi da ammortizzare per garantire un buon profitto e un grande sorriso all’ambiente. Cifra d’affari di 307 milioni di franchi, 368 collaboratori, 112mila clienti serviti ha investimenti operativi per quarantatré milioni di franchi. Una percentuale che può vantare è quel sessantaquattro per cento di quota di energia elettrica rinnovabile, assieme al sessanta per cento circa di volume di rifiuti riciclati. Sono 13.8 i milioni di metri cubi di acqua potabile erogata, 7.1 quella industriale.

Un milione di Megawatt/ora circa di energia elettrica erogata, quindi 11’700 MWh di energia termica. Ed infine un altro milioncino di MWh di gas erogato. Quanto all’energia elettrica, sul rapporto delle prestazioni del 2017 viene spiegato come essa venga usata: «all’ingrosso sui mercati internazionali […], dagli impianti di nostra proprietà […], dai piccoli produttori indipendenti presenti sul territorio (in prevalenza impianti fotovoltaici)». D’altra parte, i “pallini gialli” del simbolo dell’Azienda, ovvero il gas naturale «proviene dalla rete italiana alla quale siamo collegati tramite il gasdotto ad alta pressione». «Viene acquistato in parte dalla ENI SpA tramite un contratto a medio-lungo termine e in parte sul mercato italiano all’ingrosso. La rete italiana è a sua volta collegata alla rete europea. Un terzo del gas proviene da giacimenti in Italia».

ENI è la prima azienda italiana a livello di fatturato, «mentre i restanti due terzi dal Nord Europa, dalla Russia e dal Nord Africa». Per quanto concerne l’acqua potabile, AIL stima che il consumo elvetico d’acqua da rubinetto era di 299 L/giorno nel 2016; per il 2017 invece era pari a 380 L/giorno. Poi la tipica promessa che ogni azienda che ha a che fare con la fornitura dei servizi basici delle mura domestiche. «Ci impegniamo a ridurre i consumi legati allo svolgimento delle nostre attività, come il consumo energetico dei nostri stabili, il consumo di carta e la produzione di rifiuti». Non solo: «Le emissioni di CO2 che non siamo in grado di abbattere tramite misure interne vengono compensate con il finanziamento di progetti per la riduzione dell’impatto ambientale in paesi in via di sviluppo».

Amedeo Gasparini

(Pubblicato su L’universo)

Pubblicato da Amedeo Gasparini

Amedeo Gasparini, class 1997, freelance journalist, managing “Blackstar”, amedeogasparini.com. MA in “International Relations” (Univerzita Karlova, Prague – Czech Republic); BSc in “Science of Communication” (Università della Svizzera Italiana, Lugano – Switzerland)

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