Notte di Natale. Insieme ai passi di Santa Claus, sentiamo ancora il frenetico tamburellare del cinghialone nel nostro stomaco. L’animale che ci siamo divorati qualche ora prima a tavola con i parenti-serpenti e che ora presenta il conto durante la notte. E avvicina i propositi per una dieta dimagrante urgente. Prima però che il regalo sia poggiato sotto il fluorescente albero natalizio – non si esamini neppure l’ipotesi del sacco di carbone, dal momento che non si è mai registrato alcun pargolo destinatario dell’infausta roccia sedimentaria – la famigliola ha simpaticamente fruito di gusto al tavolone della Vigilia.
Tutto comincia con il campanello che suona troppo presto nella casa dei soliti ospiti. Arriva il parente rognoso, fastidioso come il cagnetto pestifero che si porta appresso, arrivato con un’ora d’anticipo. Lui è il primo che comincia il valzer della porta: aperta e chiusa, per ospitare le frotte festose che entrano e urlano a squarciagola «Buon Natale». A loro, del Natale in sé, interessa poco. L’importante è l’immensa abbuffata. L’anticamera del cenone di Capodanno, da digerire davanti al concerto viennese il primo gennaio. E rigorosamente nella stessa abitazione di chi ha organizzato la festa del 25 dicembre. L’appendiabiti diventa un secondo albero natalizio: gonfio come un tacchino o la faraona farcita da tavola.
Metafora dei ventri dei commensali, che iniziano a stappare (l’altrui) champagne o che – con gesto di cafonaggine assoluta – vedendo l’ultima tartina rimasta sul vassoio e ti chiedono: «la vuoi tu?», solo quando questa è vicina alle loro fauci. E poi tutte le entrée possibili e immaginabili. Frutto di lunghe lavorate in cucina, spadellate, maniche issate sugli avambracci, timer che strilla, vapori, odori. Assieme ai profumi che saltano da una parte all’altra nelle narici dei parenti già seduti a tavola – raggiunti da un’improvvisa pigrizia quando c’è da aiutare per servire – a saltare è anche il loro proposito di una sana dieta dimagrante, che certamente non prevedeva il suino peloso come piatto forte della gloriosa serata.
Amedeo Gasparini
(Pubblicato su L’universo)