Si parla e si scrive molto di molestie nei confronti delle star del cinema. Ma quasi nessuno ha pensato a Laura, cassiera in un supermercato di periferia, divorziata, con due figli piccoli, che subisce attenzioni fisiche dal caporeparto. Quasi nessuno ha pensato ad Anna, casalinga di mezza età spesso picchiata dal marito. Quasi nessuno ha pensato a Maria, segretaria vilipesa, costretta dal datore di lavoro a praticare del sesso con lui per paura di essere licenziata. Chi ha mai difeso Laura, Anna e Maria? Nessuna di loro può godere delle primissime pagine dei quotidiani, ma anche loro hanno una storia di molestie ed abusi da raccontare. “TheyToo”.
Le loro sono storie ben diverse dal do ut des che molte giovani e bramose ragazze hanno consensualmente siglato con l’Harvey Weinstein di turno, per ottenere fama, il titolo di opinion leader o di star del cinema, di leggenda dello spettacolo, di candidata all’Oscar. Non è certo una novità lo scambio malsano e antimeritocratico che vige talvolta nel mondo dello spettacolo. Tuttavia, spesso, si tratta di questioni ben diverse dalle angherie quotidiane subite da migliaia di donne in tutto il mondo. Troppo facile svegliarsi trent’anni dopo – dopo una brillante carriera – e denunciare il vecchio marpione – paradossalmente, benefattori delle loro creature che oggi li denunciano.
Spesso e volentieri, l’impressione che si ha è che i vertici dei movimenti come “MeeToo” – lanciati sotto forma di hashtag da un’élite, mediante una campagna pubblicitaria e moralista – siano lontani dalle vere molestie, perpetrate su donne veramente ferite. Attenzione a mischiare la propria ideologia, la santa crociata personale e settaria con le vere condizioni e i veri disagi all’interno di un paese o di un mercato del lavoro. Denunciare le presunte molestie sessuali del produttore (“presunte”, visto che nella maggior parte dei casi non sono stati neppure aperti fascicoli dalle procure) mentre da anni si gira l’oliva del Campari nella flûte di cristallo, non è come subire squallide angherie e molestie del caporeparto (ingiustamente non perseguite) per portare a casa il pane.
Amedeo Gasparini
(Pubblicato su amedeogasparini.com)