Il rapporto Svizzera-Slovacchia, tra politica e cooperazione

Piccoli paesi, nel centro d’Europa, con montagne pittoresche: sono i più immediati e visibili elementi comuni del rapporto Svizzera-Slovacchia. Berna e Bratislava condividono scambi bilaterali positivi e regolari a livello economico, finanziario, politico e culturale. La cooperazione Svizzera-Slovacchia si è estesa negli anni e trova spazi anche nell’ambito dell’ONU, dei Balcani e della politica europea. Sin dalla sua nascita – con la dissoluzione della Cecoslovacchia nel 1992 – Bratislava ha beneficiato del contributo svizzero all’UE allargata. Sono circa 67 milioni di Franchi che la Confederazione ha elargito alla Slovacchia per ventitré progetti in diversi ambiti da allora. Il quaranta per cento dei quali è andato alle regioni della Slovacchia orientale. Le relazioni tra i due paesi hanno goduto di un impulso notevole dalla seconda metà del secolo scorso. Circa 13mila rifugiati dalla Cecoslovacchia sono stati accolti dalla Svizzera dopo la repressione della Primavera di Praga del 1968.

La Svizzera ha riconosciuto la Slovacchia il giorno della sua fondazione, il 1° gennaio 1993. La rappresentanza elvetica a Bratislava risale al 1999. Oggi in Slovacchia ci sono poco meno di quattrocento cittadini svizzeri e i due Paesi mantengono relazioni amichevoli, intensificate dalle visite diplomatiche. L’ultima è stata ad inizio marzo 2023, quando il presidente del Consiglio Nazionale (parlamento) Boris Kollár si è recato a Berna per incontrare la sua controparte Martin Candinas e il ministro degli Affari Esteri Ignazio Cassis. Solo nel 2016 si sono svolti due incontri a livello presidenziale. L’allora Presidente Johann Schneider-Ammann visitò Bratislava in giugno e il Presidente della Slovacchia Andrej Kiska ha visitato Berna in ottobre. Nel maggio del 2022, la presidentessa Zuzana Čaputová visitò la capitale svizzera. Quanto agli scambi commerciali Svizzera-Slovacchia, nel 2021 il volume ammontava a circa 1.8 miliardi di Franchi. Non molto, ma rispetto al 2000 è quasi triplicato.

Il volume totale degli scambi è tradizionalmente caratterizzato da un’eccedenza commerciale a favore della Slovacchia. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, l’import slovacco dalla Svizzera è stimato al mezzo punto percentuale. I gruppi di beni importati includono veicoli, prodotti chimici e farmaceutici e macchinari. Secondo la Banca Nazionale (BNS), nel 2019 il capitale svizzero ammontava a 921 milioni. Tra i principali investitori svizzeri in Slovacchia figurano Holcim Lafarge, Swiss Re, Schindler, Ringier, ABB, Vetropack e Nestlé. Secondo la BNS, nel 2017 gli investimenti slovacchi in Svizzera sono stati pari a 27,9 milioni. Oggi in Slovacchia operano circa settanta aziende svizzere, che danno lavoro a oltre ottomila persone. I ricercatori svizzeri e slovacchi collaborano a diversi progetti nell’ambito di Horizon 2020. Ricercatori e artisti slovacchi possono candidarsi alla Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SERI) per le borse di studio d’eccellenza del Governo elvetico.

La Svizzera guarda anche con grande attenzione le sfide politiche, economiche e sociali della Slovacchia. A differenza della stabilità politica elvetica, la volatilità dei partiti in Slovacchia è la prassi. Alle parlamentari del febbraio 2020, il partito anticorruzione e conservatore OL’aNO – Gente comune e personalità indipendenti – guidato da Igor Matovič ha vinto con il 25 per cento dei voti. In vista delle elezioni anticipate del settembre 2023 sembra non totalizzare il 5 per cento secondo i sondaggi. Sono tanti i partiti che si presentano alle elezioni, in un paese di appena cinque milioni e mezzo di abitanti. Secondo gli ultimi sondaggi, il partito della sinistra populista, russofila e nazionalista Smer-SD (Direzione – Socialdemocrazia) guidato da Robert Fico è in testa con il 16 per cento. Al secondo posto, il socialdemocratico filoccidentale Hlas-SD (Voice– Socialdemocrazia) guidato da Peter Pellegrini, ritenuto oggi il politico più popolare nel paese.

Il Premier ad interim Eduard Heger è alla guida dei Democratici, un nuovo partito liberal conservatore europeista nato quest’anno. La guerra in Ucraina peserà molto sulla campagna elettorale. La Slovacchia confina per circa cento chilometri con l’Ucraina e ha accolto decine di migliaia di profughi dal febbraio 2022. Come la Svizzera, ha prestato aiuto e assistenza a trecentosessanta gradi ai profughi ucraini. Come la Polonia, da mesi il parlamento sta discutendo sull’invio di caccia MiG-29 all’Ucraina. Altra tematica nella campagna elettorale sarà la lotta alla corruzione. Sebbene la Slovacchia sia migliorata nel 2022 rispetto all’anno precedente in materia di libertà di stampa, la questione della corruzione è legata alla difficile situazione in cui operano gli operatori dei media. Il 21 febbraio 2023 sono stati commemorati in tutto il paese i cinque anni dall’omicidio del giornalista investigativo Ján Kuciak, che indagava questioni di frodi fiscale nelle alte sfere del potere slovacco.

Nel 2022 la Slovacchia era al 49esimo posto su 180 paesi nell’indice della corruzione percepita di Transparency International. Un’ultima tematica è quella delle minoranze Rom. Costoro rappresentano circa il 7 per cento della popolazione slovacca, ovvero circa 400mila persone. Oltre un terzo, 140mila, possono essere definiti emarginati e vivono in condizioni disumane, spesso senza acqua corrente ed elettricità. Decisamente più confortante la posizione della Slovacchia in politica estera. Le cose potrebbero cambiare se a vincere le prossime elezioni saranno Smer-SD e i suoi alleati, ma l’orientamento di base della politica estera slovacca è rimasto piuttosto invariato negli anni. Una politica costruttiva e pro-europea, con enfasi sull’appartenenza (dal 2004) all’UE e alla NATO ha marcato gli ultimi anni della politica estera slovacca. Bratislava ha assunto per la prima volta la presidenza del Consiglio dell’UE dal luglio al dicembre 2016. La politica estera slovacca si concentra principalmente sul Gruppo di Visegrad.

In questa ed altre sedi, Čaputová si è più volte espressa negli ultimi mesi a favore delle sanzioni contro la Russia. L’ostruzione del Primo Ministro ungherese Vitkor Orbán crea notevoli disagi e problemi anche nel V4, dove i polacchi sono filo-Ucraina, così come il Premier ceco Petr Fiala e il neopresidente Petr Pavel. La questione migratoria tocca la Slovacchia e la Svizzera, ma Bratislava ha uno dei tassi di richiesta di asilo tra i più bassi dell’UE. La guerra in Ucraina ha avuto un impatto significativo sul sentimento verso i rifugiati. Sebbene permanga un atteggiamento abbastanza ostile nei loro confronti, c’è una tendenza verso maggiore accettazione da parte della popolazione slovacca. Come Berna, Bratislava sostiene la salvaguardia dell’indipendenza, dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina. Ha indicato la Russia causa del conflitto. Nel marzo 2022 la Slovacchia ha annunciato l’espulsione di tre diplomatici russi e di altri 35 dipendenti dell’ambasciata.

Tuttavia, la Slovacchia rimane legata alla Russia – quarto partner commerciale – e dipendente dal gas russo. Come altri paesi dell’Alleanza, la Slovacchia non raggiunge ancora gli obiettivi di spesa per la difesa della NATO. Nel settembre 2022 il Consiglio Nazionale ha approvato l’adesione di Svezia e Finlandia all’Alleanza. La Slovacchia è membro dell’ONU dal 1993. Nel biennio 2023-2024 la Svizzera è membro non permanente del Consiglio di Sicurezza: una posizione che spettò alla Slovacchia nel 2006-2007. Il rapporto Svizzera-Slovacchia s’intravede anche dal profilo economico. Come la Svizzera, il PIL slovacco è marcatamente orientato verso le esportazioni, circa il 90 per cento. Ma a differenza della Svizzera, tuttavia, il settore principe nel paese mitteleuropeo è quello industriale. Con il 40 per cento delle esportazioni industriali e un quarto di milione di posti di lavoro, il settore automobilistico è il pilastro più importante dell’economia slovacca.

Amedeo Gasparini

(Pubblicato su L’Osservatore)

Pubblicato da Amedeo Gasparini

Amedeo Gasparini, class 1997, freelance journalist, managing “Blackstar”, amedeogasparini.com. MA in “International Relations” (Univerzita Karlova, Prague – Czech Republic); BSc in “Science of Communication” (Università della Svizzera Italiana, Lugano – Switzerland)

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