A new deal: il trionfo di Franklin Delano Roosevelt

Novant’anni fa Franklin Delano Roosevelt trionfava su Herbert Hoover nelle elezioni presidenziali statunitensi. Si trattò delle trentasettesime consultazioni elettorali e il tema di maggior rilievo trattato durante la campagna elettorale fu la Grande Depressione. Roosevelt vinse con il 57.2 per cento e si aggiudicò quarantadue Stati su quarantotto: il primo democratico in ottant’anni a vincere una maggioranza corposa nel voto popolare. Quanto a Hoover, presidente uscente, aveva tentato di gestire lo scoppio della più grande crisi economico-finanziaria della storia degli Stati Uniti. Presidente non amato, Hoover in realtà era un uomo rispettato. Dal 1917 al 1918 fu il direttore della US Food Administration, che elargì aiuti umanitari a milioni di persone dopo la Grande Guerra. Da Presidente (1929-1933) iniziò ad imbastire quello che sotto Roosevelt sarebbe passato alla Storia come New Deal. Lanciò anche diverse opere pubbliche, quali la diga tra Arizona e Nevada, che porta il suo nome.

Un provvedimento importante della presidenza Hoover fu lo Smoot-Hawley Act del 1930, che aumentò le tariffe d’importo merci a livelli storici. Il che esacerbò la farraginosità del sistema di commercio internazionale. Il nome di Hoover è altresì associato alla Grande Depressione. Quacchero, come Richard Nixon dopo di lui alla Casa Bianca, allo scoppio della Grande Guerra diresse la Commission for Relief in Belgium. Quando si trovò a gestire la Grande Depressione Hoover diede la colpa ai messicani e sponsorizzò dei rimpatri e delle deportazioni in Messico. Con il passare degli anni si spostò su posizioni ancora più conservatrici, criticando anche il suo successore democratico, Roosevelt, sia in materia di politica interna che estera. Franklin Delano Roosevelt era un volto noto negli Stati Uniti: fu il Presidente più importante della prima metà del secolo scorso. Lontano cugino di Teddy Roosevelt, apparteneva alla famiglia dei patrizi del nuovo mondo.

Aveva studiato ad Harvard; poi si diede alla politica, sebbene parenti ed amici lo vedessero meglio come filantropo. Sposò una nipote di Teddy, Eleaonor Roosevelt. Insieme a lei fu molto attivo in materia di opere di bene. Pubblicamente si era espresso numerose volte a favore della Lega delle Nazioni – simbolo dell’internazionalismo e del liberalismo dopo la Prima Guerra Mondiale. Non era un politico radicale, ricorda Francesco Costa (Una storia americana) «fu eletto chiedendo tagli al bilancio e politiche di austerità, e una delle prime cose che fece una volta arrivato alla Casa Bianca fu tagliare le pensioni dei reduci di guerra e gli stipendi dei dipendenti pubblici. […] Quando l’austerità non funzionò, e le pressioni dei sindacati crebbe al punto da portare a scioperi su scioperi, Roosevelt cambio linea: oltre agli investimenti del New Deal firmò anche le leggi che istituirono la contrattazione collettiva e un primo sistema pensionistico».

Il New Deal cambiò il rapporto tra Stato e cittadini. I primi cento giorni dell’amministrazione furono produttivi. Il Presidente creò dal nulla molte agenzie federali e rivoluzionò il ruolo dello Stato nell’economia. Fervente anticomunista, nel 1933 FDR introdusse il Glass Steagall Act, che separava banche commerciali e d’investimento. Nel 1935, con il Social Security Act, espanse il sistema di welfare come mai prima di allora. Questa misura fu molto popolare e contribuì a farlo rieleggere nel 1936 – vinse con il sessantuno per cento del voto, il più largo consenso della storia elettorale americana. La terza e quarta elezione sono oggetto di dibattito, così come il ricorso agli executive orders e i campi di internamento per cittadini americani di origine giapponese dopo Pearl Harbor. Tuttavia, le vittorie sulla Germania nazista e l’Impero nipponico, nonché sulla crisi economica, forgiarono per sempre la sua fama di statista del nuovo corso.

Amedeo Gasparini

(Pubblicato su AlterThink)

Pubblicato da Amedeo Gasparini

Amedeo Gasparini, class 1997, freelance journalist, managing “Blackstar”, amedeogasparini.com. MA in “International Relations” (Univerzita Karlova, Prague – Czech Republic); BSc in “Science of Communication” (Università della Svizzera Italiana, Lugano – Switzerland)

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