Quando Pechino aiutò Pyongyang nella Guerra di Corea

La penisola coreana venne incorporata nell’impero giapponese nel 1910 e divenne un corridoio di comunicazione attraverso cui convergevano le relazioni tra Giappone e Cina. Vent’anni dopo il primo invase la Manchuria e iniziò a cannibalizzare le coste cinesi meridionali costruendo un vasto impero. Dopo il 1945 e la sconfitta di Tokyo, la Corea fu occupata a Nord dai sovietici e a Sud dagli americani, che avevano addomesticato l’impero nipponico con due devastanti bombe atomiche dai danni umani terrificanti. USA e URSS trovarono un compromesso al trentottesimo parallelo, dove le due armate si erano incontrate alla fine della guerra. I due eserciti si ritirarono poi nel 1948 per lasciare spazio ai leader riemersi nelle Coree: Kim Il-Sung a Nord e Syngman Rhee a Sud. I due si erano combattuti per ottenere l’influenza territoriale dell’altro. La Corea del Nord era comunista e sostenuta da Mosca. Quella pseudo-democratica del Sud, da Washington.

Kim era il capo dei partigiani comunisti antigiapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale e grazie all’aiuto dell’URSS divenne dittatore del Nord. Bandì la proprietà privata e il mercato. Portò il paese appena rinato al disastro economico. Tentò di convincere sia Mao Zedong che Stalin a sponsorizzare un’invasione del Sud, ma entrambi i dittatori stimarono la probabilità d’intervento americano troppo alta e inizialmente preferirono stare fuori dal conflitto che andava profilandosi. Da una parte Stalin era legato agli accordi internazionali con gli Alleati, mentre Mao aveva appena concluso il consolidamento del potere nella Cina post-guerra civile. Dall’altra, è vero che il dittatore georgiano doveva riprendersi dalla sconfitta per la questione berlinese nel 1948, mentre Mao era in debito con Kim che durante la guerra civile gli aveva mandato truppe di sostegno. Il 25 giugno 1950 Kim mandò il suo esercito oltre il trentottesimo parallelo con la benedizione dei due dittatori.

Finito un conflitto mondiale da un lustro, ne iniziava uno regionale: la Guerra di Corea. Poco meno di tre milioni di morti, tra cui la metà civili. Vista l’alterazione geografica in barba agli accordi internazionali, la risposta di Harry Truman arrivò in soccorso a Seul. Le Nazioni Unite coordinarono l’operazione tra terra ed aria. Il Generale Douglas MacArthur riuscì a respingere le forze comuniste oltre il trentottesimo parallelo ed invase l’intera penisola. Il 26 novembre 1950, Mao intervenne con milioni di uomini per aiutare Pyongyang (suo figlio ed erede designato perì nel conflitto coreano). Stalin preferì agire limitatamente nei cieli piuttosto che in terra. Le truppe cinesi irruppero in Corea del Nord con un massiccio contrattacco verso le forze del Sud e degli Stati Uniti, ponendo fine ad ogni speranza di rapida risoluzione del conflitto.

Una ventina di giorni dopo, la situazione sul fronte coreano indusse Truman a dichiarare lo stato di emergenza nazionale. Il mondo sembrava nuovamente prossimo ad un conflitto mondiale. Nel frattempo, gli stati europei si stavano ancora leccando le ferite del conflitto del 1945. Il 20 dicembre il Generale Dwight Eisenhower, il liberatore dell’Operazione Overlord sulle coste della Normandia, venne nominato comandante supremo alleato in Europa. La Guerra di Corea si concluse con il ritorno alla situazione territoriale pre-conflitto, al trentottesimo parallelo. Il confine è ancora oggi quello di allora. E come allora le tensioni sono palpabili e in gran parte azionate dal regime di Pyongyang, tramite provocazioni di ogni genere. Durante la guerra, MacArthur propose l’uso dell’arma atomica contro i cinesi, ma Truman non volle un’altra guerra mondiale e lo depose per insubordinazione nel bel mezzo del conflitto.

Oggi le due parti della penisola restano fermamente all’interno dei regimi politico-economici che abbracciarono settant’anni fa. Semplificando, comunista il Nord e capitalista il Sud, con le rispettive revisioni e i vari aggiornamenti. A Sud sono state poste le condizioni per creare uno dei più grandi laboratori tecnologici del pianeta. A Nord i più si sono quasi abituati all’aggressiva farsa del regime a stampo dinastico. È dal 1953, cioè dalla fine della Guerra di Corea – quando Eisenhower sostituì Truman alla Casa Bianca – che Pyongyang è chiusa in se stessa e intrattiene relazioni quasi solo con Cuba, Iran, Venezuela e Vietnam. Nonché con la Cina. Che, a differenza di Pyongyang, strumentali aperture al libero mercato ne ha fatte. La Corea del Sud negli anni Cinquanta era più povera dell’Egitto, dell’Algeria, dell’Iraq e della Siria, oggi è l’undicesima economia del pianeta. Pyongyang è 108 posizioni sotto.

Amedeo Gasparini

(Pubblicato su Corriere dell’Italianità)

Pubblicato da Amedeo Gasparini

Amedeo Gasparini, class 1997, freelance journalist, managing “Blackstar”, amedeogasparini.com. MA in “International Relations” (Univerzita Karlova, Prague – Czech Republic); BSc in “Science of Communication” (Università della Svizzera Italiana, Lugano – Switzerland)

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